"La cena al Venissa un'esperienza sfidante: l'approccio dei giovani chef quello di renderci partecipi del loro percorso di ricerca, per cui non aspettatevi un'esperienza rotonda ed accomodante, ma piuttosto spigolosa e maieutica. Si esce soddisfatti, incuriositi, magari con un sopracciglio alzato per alcune scelte coraggiose (discutibili). Il leit motiv l'uso di ingredienti locali, nell'ambito di una cucina quasi vegetariana presente il pesce per Sottotraccia, il Giappone e le sue mirabili tradizioni in fatto di fermentazione, e l'uso di una miriade di ingredienti nipponici molto tipici (miso, koji, alga konbu, foglie di shiso) ma sconosciuti ai pi in Italia. Noi abbiamo scelto il men da 7 portate (140 con vino in abbinamento (80 Diverte molto la prima parte del menu: le empanadas con ripieno alle cozze sono un invito divertente e gustoso, come il piccolo cannolo di surimi con cicala di mare. Coraggioso (ma molto apprezzato) il tortello alle erbe con crema di lacto koji, piatto molto amaro eppure notevole. Similmente gustoso e leggero il finto raviolo del plin con ripieno al ghiozzo (eccellente) e finta mantecatura al fazzoletto con farina di mandorle. Eccellente la melanzana con sugo da arrosto (ma senza arrosto), abbiamo letteralmente fatto la scarpetta nel sughetto eccezionale (con buona pace del galateo). Si chiude la parte salata con un deludentissimo merluzzo con spuma di mandorle, un piatto blando e anonimo, soprattutto a chiusura del pasto, dove prevale unicamente l'umami dell'alga konbu. Intrigante il dolce, che tanto dolce non (a base di un frutto riscoperto e quindi quasi pulisce la bocca per prepararla ad una eccezionale petite patisserie di chiusura. Il tutto servito in una location molto suggestiva, con vista sui vigneti e con un servizio veramente eccellente, perfettamente calibrato, senza mai cadere in quella fastidiosa ossequiosit di certi ristoranti di livello. Altra nota positiva l'ottimo pane servito con olio di nocellara (farete fatica a resistere). La dimensione delle porzioni, assaggi molto contenuti, a mio avviso un bene perch permette di arrivare fino in fondo alla degustazione (ma comprendo che qualcuno potrebbe aver da ridire.. Purtroppo il wine pairing (a mio modesto giudizio) semplicemente pessimo e proporzionalmente troppo costoso: la linea quella dei vini naturali, spesso lungamente macerati, tipicamente campani/laziali con un paio di scelte estere (Grecia, Repubblica Ceca) quasi incomprensibili. Esperimenti che possono anche incuriosire, ma che risultano monotoni e ripetitivi se proposti a tutto pasto, soprattutto perch spesso mal si abbinavano ai piatti. Peraltro si tratta di bottiglie anche ragionevolmente economiche e che per di pi sono state servite centellinando oltre il ridicolo (tipicamente meno di un dito di vino). Scelta coraggiosa ma troppo radical chic, con un pairing da 80 a persona ho il diritto di bere qualche grande vino locale (siamo in Veneto, insomma e non solo esperimenti. Esperimenti: si rasenta purtroppo il ridicolo col sake (fermentato di riso giapponese) preparato dallo chef. Da grande conoscitore del sake non posso fare a meno di osservare che la bevanda proposta (in abbinamento all'ottima melanzana) semplicemente non fosse sake, ma un esperimento (mal riuscito) dello chef. Sperimentare ci sta, proporlo in lista no. Ora come ora un divertissement per gli amici pi stretti, un giorno magari sar un sake degno di questo nome.. Tanto pi perch spacciare per sake questa bevanda incredibilmente mistificante verso il sake (sembra di bere un liquore, e non un fermentato), che molti italiani gi credono essere un distillato da bere caldo a fine pasto! Ne ho parlato lungamente con lo staff, mi sarebbe piaciuto confrontarmi con lo chef ma purtroppo non c' stata occasione.Riassumendo... Cosa mi piaciutoLa locationIl servizioLa gran parte del menuIl prezzo onesto per la parte foodCosa non mi piaciutoLa ricerca talvolta un po' esasperataL'esperienza di wine pairing, pessima in tutto (anche nel prezzo) Un improponibile sake preparato dallo chefCi tornerei? Ni, ma senza dubbio lo consiglierei per un'esperienza culinaria diversa"